William Turner mostra paesaggi della mitologia
Mostre

Mostra “Turner. Paesaggi della mitologia”

Venaria Reale (Torino) – Reggia

Dal 13 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024 è allestita presso la Reggia di Venaria Reale (Torino) la mostra “Turner. Paesaggi della mitologia”, che presenta una quarantina di opere a tema mitologico del celebre artista inglese provenienti dalla Tate Britain di Londra. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.

William Turner composizione

A sinistra: La morte di Atteone, con una veduta in lontananza di Montjovet, Val d’Aosta, ©Tate. A destra: Studio dell’Apollo del Belvedere, ©Tate

L’artista

Joseph Mallord William Turner nasce a Londra nel 1775; il padre è un barbiere con un negozio a Covent Garden, la madre mostra precocemente segni di un’instabilità mentale, forse dovuta alla perdita di una figlia di soli 5 anni, che la porta ad essere ricoverata presso un istituto psichiatrico. Probabilmente per la difficile situazione familiare, il giovane William trascorre l’infanzia presso alcuni parenti in diverse zone dell’Inghilterra. Mostrando già spiccate doti per il disegno, viene incoraggiato dal padre a frequentare la Royal Academy, prestigiosa istituzione londinese fondata e finanziata da eminenti architetti ed artisti. Qui Turner riceve la sua formazione accademica, iniziando a collaborare con architetti e disegnatori e dipingendo fondali per i teatri londinesi. Per pagarsi gli studi, inizia a produrre acquerelli con paesaggi, rovine, vedute di tenute nobiliari di campagna, da pubblicare come stampe o raccolte, e da vendere agli esponenti dell’aristocrazia con i quali entra in contatto negli ambienti dell’Academy.

William Turner nella luce di Claude

Allestimento – Sezione “Nella luce di Claude”

Fin dai primi viaggi fuori Londra all’inizio degli anni ’90 del ’700, Turner comprende l’importanza del disegno eseguito in diretta sul posto come base per il successivo lavoro in studio. Lungo tutta la sua vita, eseguirà innumerevoli schizzi e bozzetti durante i viaggi in Gran Bretagna e in Europa, lasciando un’eredità di migliaia di opere, in gran parte conservate alla Tate Britain. Dalla metà degli anni ’90 istituisce un metodo di lavoro che mantiene per gran parte della sua vita: viaggia in estate e lavora in studio nei mesi invernali, preparando opere per le mostre dell’anno successivo, su commissione o destinate all’incisione.

Turner espone i suoi acquerelli alla Royal Academy fin dal 1790; nel 1796 presenta il suo primo dipinto ad olio, il cui soggetto marino indica la volontà dell’autore di non essere considerato un semplice pittore di paesaggio; nel corso degli anni, senza mai abbandonare la sua predilezione per le vedute, inserisce nei suoi dipinti episodi tratti dalla storia e dalla mitologia, allora considerati i soggetti di maggior pregio artistico, e si dedica allo studio della resa delle più varie condizioni atmosferiche. Turner beneficia dell’appoggio di importanti esponenti dell’aristocrazia, che gli commissionano opere di storia e di paesaggio e lo introducono negli ambienti della nobiltà inglese. Nel 1802, proprio un consorzio di nobili sponsorizza un suo viaggio a Parigi, dove può studiare gli antichi maestri e soprattutto due degli autori che più influenzeranno il suo stile, Claude Lorrain e Nicolas Poussin.

William Turner - Il mito di Apollo

Allestimento – Sezione “Il mito di Apollo”

Eletto socio della Royal Academy nel 1799 e poi Accademico nel 1802, Turner resta legato all’istituzione per tutta la vita, diventando professore di Prospettiva nel 1808 e mantenendo il posto di insegnante fino al 1837. Nel 1804, dopo aver condiviso uno studio con altri pittori per alcuni anni, apre una sua galleria personale, anche se continua ad inviare ogni anno le sue opere per le esposizioni della Royal Academy e della British Institution, una società privata londinese, ora non più esistente, costituita con lo scopo di esporre opere di artisti viventi e del passato.

Nei periodi di pace durante i quali è possibile viaggiare in Europa, Turner visita a più riprese la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Germania, le Alpi svizzere. Intraprende due lunghi viaggi in Italia (1819-20 e 1828-29), durante i quali realizza numerosi schizzi che segneranno per molti anni a venire la sua produzione di vedute e paesaggi. Negli ultimi anni della sua vita, Turner dedica molta attenzione alla sua eredità artistica. Oltre a numerose serie di incisioni realizzate nel corso degli anni a partire dai suoi dipinti e acquerelli, dispone nel suo testamento che i suoi quadri vengano donati alla nazione britannica, e che siano conservati ed esposti insieme. Già afflitto da una salute precaria, Turner si spegne a Londra nel 1851, e viene sepolto nella cattedrale di Saint Paul. A seguito di controversie ereditarie e della decisione del Parlamento, contraria alle volontà testamentarie dell’artista, di prestare parte delle opere ad altri musei, inizia la dispersione dei suoi quadri. Oggi la maggior parte delle sue opere si trova alla National Gallery, dove sono conservati alcuni dei dipinti più importanti, e alla Tate Britain, che possiede la quasi totalità dei suoi album di disegni e delle sue opere incompiute.

La mostra

Dopo la mostra sul paesaggista inglese John Constable, la Venaria dedica una nuova esposizione al suo contemporaneo e per certi versi rivale William Turner. La mostra si concentra sulle opere di Turner a soggetto mitologico, per indagare l’interesse dell’artista verso l’antichità classica e la pittura di paesaggio. Tutte le vicende rappresentate sono infatti ambientate in grandiosi paesaggi naturali, in gran parte ispirati dai due viaggi compiuti dall’artista in Italia.

Turner visita l’Italia in due occasioni. Il primo viaggio, ripetutamente rimandato a causa dell’impossibilità di viaggiare in Europa durante gli anni della Rivoluzione Francese e delle guerre napoleoniche, avviene nel 1819-20, quando Turner ha già 44 anni. Nel percorso di avvicinamento a Roma e Napoli, sosta a Torino e sui grandi laghi del nord Italia; queste visite sono documentate in una serie di rapidi schizzi su piccoli taccuini che Turner porta sempre con sé. Passato per Venezia, una volta giunto a Roma realizza numerosi disegni di rovine, opere antiche e frammenti di monumenti classici. Sulla rotta per Napoli, si ferma sui laghi di Nemi, Albano, Averno, a Cuma e a Baia; molti degli schizzi eseguiti durante le visite diventano negli anni a seguire dei dipinti ad olio, come quelli che si possono ammirare in mostra.

William Turner - La baia di Baia, con Apollo e la Sibilla

La baia di Baia con Apollo e la Sibilla, ©Tate

Il secondo viaggio in Italia ha luogo nel 1828-29; a differenza della prima visita, che ha principalmente uno scopo di studio e ricerca, per la seconda Turner si stabilisce a Roma con l’intenzione di dedicarsi all’esecuzione di tele di grandi dimensioni. Risale a questo soggiorno una tela incompiuta con una Venere sdraiata, ispirata alla Venere di Urbino di Tiziano, un altro dei grandi maestri che Turner ammira maggiormente; un omaggio a Tiziano è la tela in mostra raffigurante Bacco e Arianna, che riprende i personaggi dell’omonimo quadro di Tiziano acquisito nel 1826 dalla National Gallery di Londra, dove si trova tuttora.

William Turner - Bacco e Arianna

Bacco e Arianna, ©Tate

La mostra si apre con il confronto fra una precoce veduta di Turner e le opere di due artisti britannici da lui ammirati, Richard Wilson e John Robert Cozens, che avevano visitato l’Italia nel XVIII secolo e prodotto vedute prospettiche con effetti di luce soffusa alla maniera di Lorrain.

William Turner prime influenze artistiche

Allestimento – Sezione “Prime influenze artistiche”

Fin dagli anni della sua formazione, Turner studia calchi e disegni di sculture classiche, fra cui l’Apollo del Belvedere, esempio ideale di bellezza maschile; oltre a una gouache, sono presentati in mostra alcuni dei più importanti dipinti a olio a tema apollineo realizzati da Turner nel corso di un trentennio, nei quali i personaggi sono immersi in paesaggi dai forti connotati atmosferici, dalla tavolozza cupa e drammatica dell’Apollo che uccide il drago Pitone a quella tersa e luminosa della baia di Baia con Apollo e la Sibilla Cumana.

William Turner - Apollo che uccide il drago Pitone

Apollo uccide il Pitone, ©Tate

La passione di Turner per la mitologia e la storia antica si traduce in una serie di opere, presenti in mostra come studi e bozzetti ad olio, incisioni e schizzi, dedicate a Didone e alla fondazione di Cartagine, forse una riflessione sull’ascesa e la caduta degli imperi in riferimento alle recenti vicende napoleoniche. Sono inoltre presentate diverse opere con soggetti tratti dai poemi classici (Ulisse, Enea) e dalle Metamorfosi di Ovidio (Atteone, Apollo e Dafne, una Apulia in cerca di Apulo di sua invenzione ad imitazione di un dipinto di Lorrain).

William Turner - storia di Apollo e Dafne

Storia di Apollo e Dafne, ©Tate

Una sezione della mostra illustra l’impresa del Liber Studiorum, una serie di incisioni tratte da dipinti di Turner ad emulazione di un analogo progetto, il Liber Veritatis, che raccoglieva stampe tratte da quadri di Lorrain. La sezione conclusiva è un omaggio alla visita di Turner a Torino durante il viaggio del 1819; sono presentati numerosi schizzi che ritraggono vedute della città, piazze, monumenti, palazzi, chiese, affiancati ad alcuni confronti fotografici con le vedute odierne.

Informazioni sulla mostra

Come arrivare

La Reggia di Venaria si trova in piazza della Repubblica 4, in zona pedonale. La biglietteria si trova in un edificio separato, all’angolo fra piazza della Repubblica e via Andrea Mensa, con ingresso da via Mensa.

La mostra è allestita nelle Sale delle Arti, al primo piano della Reggia. Consigliamo di chiedere indicazioni per l’ingresso in biglietteria o al controllo biglietti, perché l’accesso alle Sale non è sempre segnalato chiaramente.

In auto: tutti i parcheggi del centro storico di Venaria sono a pagamento; la Reggia dispone di aree di sosta proprie: il parcheggio “Castellamonte (park A)” in via Amedeo di Castellamonte 2 è il più vicino all’ingresso della Reggia (ca. 200 mt); il parcheggio “Carlo Emanuele II (park B)” in viale Carlo Emanuele II 184 (a ca. 500 mt) è raggiungibile imboccando il viale alberato che porta al Parco della Mandria.

Con i mezzi pubblici: chi arriva dal centro Torino può utilizzare il servizio autobus dedicato “Venaria Express”, che in circa 45 minuti collega il centro di Torino (con diverse fermate) alla Reggia e al Parco della Mandria, con più corse durante la mattina e il primo pomeriggio. In alternativa, è possibile utilizzare la linea 11 del servizio di trasporto urbano GTT, scendendo alla fermata Stazione Venaria e proseguendo a piedi per via Andrea Mensa (ca. 900 mt). La stazione ferroviaria di Venaria al momento non è operativa per lavori in corso la cui conclusione è prevista all’inizio del 2024.

Collegamenti utili

Parcheggi

Venaria Express

GTT (Gruppo Torinese Trasporti)