Napoli – Museo Archeologico Nazionale

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Visita al Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, una delle più ricche e importanti raccolte archeologiche d’Italia, con opere greche, romane, egizie, reperti dalle città vesuviane, mosaici, affreschi, e la celebre collezione Farnese di statuaria antica. L’ingresso è incluso con tutti i pass Artecard.

MANN facciata

Museo Archeologico Nazionale, facciata e ingresso

La storia

L’edificio che ospita oggi il Museo Archeologico Nazionale sorge nel 1585 come cavallerizza per volere del viceré Don Pedro Girón, ma viene lasciato incompiuto. Nel 1612 il viceré Don Pedro Fernando de Castro incarica l’architetto Giulio Cesare Fontana di progettare la nuova sede dell’Università sfruttando le strutture della cavallerizza; dal 1615 vi vengono quindi trasferiti gli insegnamenti, prima tenuti in vari conventi della città. Il palazzo resta sede dell’Ateneo fino al 1777 quando, a causa delle sue pessime condizioni, l’Università viene trasferita nel complesso del Salvatore, già sede del Collegio della Compagnia di Gesù.

Jean Claude Richard, trasporto anitichita da Portici al MANN

Jean Claude Richard, Abbé de Saint-Non, Transport des antiquités d’Herculanum du Museum de Portici au Palais des Études à Naples

Con l’ascesa al trono del Regno di Napoli nel 1734, l’Infante di Spagna Carlo III di Borbone dà avvio al progetto di rendere la capitale del regno un grande centro d’arte. Ultimo discendente della casata Farnese, Carlo III eredita dalla madre Elisabetta le ricche collezioni di famiglia; frutto di una lenta ma costante raccolta messa insieme a partire dal XVI secolo tramite acquisti, scavi, ricerche sul mercato antiquario, la collezione Farnese, nata dall’iniziativa di Alessandro Farnese, eletto papa con il nome di Paolo III, per l’autocelebrazione di questa potente famiglia di cardinali e pontefici, assume un nuovo e più importante significato quando diventa parte del patrimonio artistico della famiglia regnante.

Mann, collezioni di statuaria greca e romana

Nasce così l’idea di creare a Napoli un Museo Farnesiano, ad ornamento della città e a glorificazione della dinastia; a questo scopo viene costruito un apposito edificio, la Villa Reale di Capodimonte, iniziata nel 1738. Nello stesso anno, vengono inaugurati gli scavi che portano alla luce la città di Ercolano, e nel 1748 prendono avvio gli scavi a Pompei; da questi due siti affluisce nelle collezioni reali una quantità straordinaria di statue in bronzo e marmo, mosaici, pitture, oggetti di vita quotidiana, che vengono inizialmente raccolti nella Villa Reale di Portici. Lo spazio limitato del Museo di Portici porta all’idea di riunire tutte le opere provenienti dagli scavi e quelle già a Capodimonte in un nuovo Museo a Napoli; viene scelto come sede l’antico e dismesso Palazzo dell’Università, opportunamente riadattato e ingrandito.

MANN Salone Meridiana

Mann, Salone della Meridiana

Il nuovo re Ferdinando IV, succeduto al trono nel 1749, porta a compimento il progetto del padre: aggirando le limitazioni poste dalle leggi pontificie all’esportazione di opere antiche, ignorando il testamento di Alessandro Farnese secondo il quale le sculture della collezione dovevano restare a Roma in perpetuo, e malgrado il dissenso di gran parte degli studiosi del tempo, tra il 1786 e il 1800 le opere della collezione Farnese conservate nelle varie residenze di famiglia a Roma e dintorni vengono trasportate a Napoli, dove trovano temporanea collocazione a Capodimonte e a Palazzo Reale in attesa del completamento dei lavori all’ex Palazzo dell’Università, avvenuto nel 1820-21.

MANN, napoli, scalone

Mann, scalone con la statua di Ferdinando IV di Antonio Canova

Il Museo, denominato già dal 1816 Real Museo Borbonico, diventa Museo Nazionale dopo l’Unità d’Italia; le collezioni continuano a crescere con gli scavi pompeiani degli anni ’30 e ’40, periodo al quale risale ad esempio il ritrovamento del Mosaico di Alessandro Magno, e con i materiali provenienti dalle campagne di scavo nelle province del Regno, soprattutto dalle ricche necropoli pugliesi. Nel 1957 la Pinacoteca viene trasferita al Museo di Capodimonte, mentre la collezione archeologica resta nell’attuale Museo Archeologico.

MANN, napoli, esterno

Mann, esterno

Il percorso di visita

Il percorso di visita del museo è in continua evoluzione, con la progressiva apertura di nuove sale e l’occasionale possibile chiusura di alcune sezioni per restauri o riallestimenti. Consigliamo di consultare sempre il sito internet del museo per informazioni aggiornate sulle aperture, eventuali orari ridotti o necessità di prenotazione per la visita di specifiche sezioni.

Le collezioni del Mann sono esposte secondo un criterio tematico che si sviluppa dal piano interrato al secondo livello, e coprono un arco temporale che si estende dalla preistoria a tutta l’età romana. I reperti più antichi (fibule, elementi decorativi e armi in metallo, schegge e raschiatoi in pietra, frammenti ceramici) illustrano la preistoria dell’area campana dal Paleolitico all’Età del Ferro.

MANN, napoli, preistoria e protostoria

Collezione Preistoria e protostoria

La collezione egizia, la seconda più importante in Italia dopo quella del Museo Egizio di Torino, racconta gli aspetti che caratterizzano la civiltà egiziana: l’esercizio del potere (sculture di faraoni, funzionari, scribi e sacerdoti), il mondo dei morti (stele, dipinti, iscrizioni, corredi funerari, mummie e sarcofagi), i rituali (raffigurazioni delle numerose divinità egiziane, amuleti), l’organizzazione della società.

MANN, napoli, collezione egizia - Monumento di Amenemone

Collezione egizia – Monumento di Amenemone

La vita delle popolazioni che hanno popolato la Piana Campana prima dell’arrivo dei Romani è documentata grazie ai ritrovamenti nelle necropoli e nelle città di più antica fondazione, come Baia, Capua, Cuma, Pozzuoli, Sorrento, Stabia e la stessa Napoli; in queste aree vivevano popolazioni indigene (fra cui Osci e Sanniti) e si erano stabilite colonie di Etruschi e di Greci, che hanno lasciato traccia della loro presenza in manufatti e nella lingua: numerosi vasi con iscrizioni etrusche testimoniano i fiorenti commerci di questo popolo nei porti e nelle isole campane, mentre Napoli mantiene a lungo, anche dopo l’arrivo dei Romani, l’utilizzo di lingua e costumi greci, ed è probabilmente da Ischia, l’antica Pithecusa, che la lingua greca si diffonde in tutto il sud Italia.

MANN Napoli, Piana Campana - Corredo funerario da Cales

Piana Campana – Corredo funerario da Cales

Una cospicua quantità di reperti provenienti dalla Magna Grecia testimonia come nelle regioni meridionali del Regno di Napoli i Greci entrano in contatto con le popolazioni locali fin dall’VIII-VII secolo a.C., permeando l’intero meridione di una cultura ellenica che si fonde con le civiltà preesistenti; in esposizione si possono ammirare numerosi vasi a figure rosse e nere, decorazioni architettoniche, statue, terrecotte, oreficerie.

Collezione Magna Grecia

Uno dei nuclei principali del Mann è costituito dai materiali provenienti dagli scavi realizzati a partire dal ’700 nelle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. , nell’area flegrea e nelle aree interne della regione. Sculture in marmo e in bronzo, rivestimenti parietali, epigrafi, elementi architettonici e di arredo che decoravano gli edifici pubblici e i monumenti funerari di Pozzuoli, Pompei, Cuma, Baia, Ercolano, Formia, Santa Maria Capua Vetere testimoniano la vita pubblica nei centri della Campania romana.

Campania romana © Luigi Spina

La quotidianità nelle antiche città romane è testimoniata in maniera eccezionale dai ritrovamenti a Pompei ed Ercolano, che ci consentono di avere una visione unica della vita di tutti i giorni, fermata nell’attimo dell’eruzione. Già durante le campagne di scavo del XVIII e XIX secolo vengono portati alla luce utensili, vasellame, oggetti di arredo che ci permettono di conoscere usi e costumi degli abitanti, tradizioni culturali e religiose, relazioni commerciali con le altre città dell’impero. La ricchezza delle dimore campane ci è nota grazie ai numerosi mosaici ritrovati in ottimo stato di conservazione e ricostruiti nelle sale del museo. Fra questi, il più importante è il celebre Mosaico di Alessandro, realizzato nel III secolo a.C. e proveniente dalla Casa del Fauno di Pompei, che raffigura il trionfo di Alessandro Magno sul re di Persia Dario III nella battaglia di Issos, combattuta nel 333 a.C.

MANN Napoli, Mosaici - La battaglia tra Dario e Alessandro

Collezione Mosaici – La battaglia tra Dario e Alessandro

Fra i reperti restituiti dalle città vesuviane, i più preziosi per la conoscenza dell’arte antica sono gli affreschi, fra i pochi esempi di pittura murale che ci sono giunti perfettamente conservati nella generale perdita di tutta la produzione pittorica dell’antichità; preservati dalla coltre di lava sotto la quale sono rimasti sepolti per secoli, gli affreschi documentano la pittura di età romana tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., e ci permettono di ricostruire la decorazione delle dimore private di queste ricche città di provincia.

MANN Napoli, tempio di Iside, coppia borghesi

Collezione affreschi, a sinistra: Coppia di borghesi; a destra: Io a Canopo

Fra le lussuose dimore scoperte ad Ercolano nel ’700, la Villa dei Papiri, che prende il nome dal ritrovamento di oltre 1000 rotoli di papiro con testi greci di filosofia, ha restituito un centinaio di sculture che decoravano le sale, i porticati e i giardini, la maggior parte delle quali in bronzo; si tratta di un patrimonio particolarmente prezioso, poiché la gran parte dei bronzi antichi sono andati distrutti nel corso dei secoli per riutilizzare il metallo per altre sculture o per la produzione di armi, armature, monete. I famosi Corridori della Villa dei Papiri sono stati immortalati da Mimmo Jodice in una serie di famosi scatti.

MANN Napoli, Villa dei papiri, corridori

Villa dei Papiri – Corridori

La parte più consistente della collezione statuaria del Mann è costituita dalla raccolta della famiglia Farnese, formata nel corso di quasi un secolo ad opera di papa Paolo III e dei suoi nipoti Ottavio, Alessandro e Ranuccio, e portata poi a compimento all’inizio del Seicento dal cardinale Odoardo. La collezione inizia a formarsi con la costruzione di Palazzo Farnese a Roma, oggi sede dell’ambasciata francese. Le prime antichità che confluiscono nel Palazzo provengono da una serie di fortunati scavi effettuati in varie aree archeologiche di Roma; la campagna ordinata dal pontefice nel 1545-46 alle Terme di Caracalla restituisce sculture eccezionali appartenenti alla decorazione dell’antico edificio termale, fra le quali l’Ercole Farnese e il cosiddetto Toro Farnese, che rappresenta il supplizio di Dirce, legata a un toro selvaggio da Anfione e Zeto desiderosi di vendicare gli insulti da lei rivolti alla loro madre Antiope.

Mann Napoli, Toro Farnese, Ercole Farnese

Collezione Farnese, a sinistra: Toro Farnese; a destra: Ercole Farnese

Grazie alla collaborazione con l’antiquario Fulvio Orsini, la collezione Farnese viene ampliata tramite numerose acquisizioni sul mercato antiquario e all’acquisto di altre raccolte private. Per ospitare le opere in continuo aumento, vengono acquistate nuove proprietà, fra le quali la Villa Farnesina, una serie di vigne sul Palatino che diventano poi il complesso degli Orti Farnesiani, Villa Madama, e fuori Roma la Villa di Caprarola. In queste residenze nel corso degli anni vengono collezionate opere come la serie delle Veneri, i Tirannicidi, divinità classiche, busti di imperatori, ma anche gemme e pietre dure come la celebre Tazza Farnese, piatto in agata sardonica che raffigura da un lato un gruppo di figure divine ancora di controversa interpretazione e dall’altro lato una Gorgone.

MANN Napoli, Venere di Capua, Venere Callipigia Farnese

A sinistra: Venere di Capua; a destra: Venere Callipigia e sullo sfondo Venere accovacciata

La collezione più curiosa del Mann è raccolta nel cosiddetto Gabinetto Segreto, dove sono esposti circa 250 reperti a soggetto erotico (vasi, affreschi, bronzi, piccole sculture, rilievi marmorei) provenienti prevalentemente dagli scavi di Pompei ed Ercolano.

MANN Napoli, gabinetto segreto, coppa schifoide a figure rosse

Gabinetto Segreto – Coppa schifoide attica a figure rosse

Come arrivare

Il Mann si trova in piazza Museo 19, ed è facilmente raggiungibile dalla fermata metro Museo che si trova a pochi passi.

Per altri monumenti da visitare nelle vicinanze, rimandiamo a questo articolo sull’Itinerario Decumani.

Con i mezzi pubblici: metro Linea 1 (gialla) fermata Museo, metro Linea 2 (blu) fermata Piazza Cavour.

In auto: alcuni posteggi su strisce blu sono disponibili sulla piazza e nelle vie adiacenti.

Dove mangiare

Per un pasto veloce e informale consigliamo la Rosticceria Vaco e’ press, il primo fast food del mondo, a circa 500 metri dal Museo.

Per un’ottima pizza, suggeriamo la Pizzeria Attanasio a circa 650 metri.

Per una pausa rinfrescante, non perdete la tradizionale limonata “a cosce aperte” di Don Alfredo in piazza Dante.


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