![giorgio_de_chirico_autoritratto](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/de_chirico_autoritratto.webp?resize=1200%2C387&ssl=1)
Mostra “Giorgio de Chirico: 1924”
Torino – Fondazione Accorsi – Ometto
Alla Fondazione Accorsi-Ometto – Museo di Arti Decorative di Torino è in corso fino al 2 marzo 2025 la mostra “Giorgio de Chirico: 1924”, che con oltre 50 opere del maestro della Metafisica racconta il suo rapporto e la sua influenza sulla nascita del Surrealismo, nell’occasione del centenario della fondazione del movimento ad opera del critico André Breton. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.
![Giorgio De Chirico, Autoritratto Ulisse](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/Autoritratto-Ulisse.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
Giorgio de Chirico, Autoritratto (Ulisse)
La biografia dell’artista
Giorgio de Chirico nasce nel 1888 a Volo, in Grecia, da genitori italiani; il padre, di nobile famiglia di origini siciliane, è un ingegnere impegnato nella costruzione delle linee ferroviarie della Tessaglia, mentre la madre è una nobile di origini genovesi. Il fratello Andrea, che diventerà pittore con il nome d’arte di Alberto Savinio, nasce nel 1891 ad Atene. I de Chirico ritornano a Volo nel 1896; qui Giorgio prende le prime lezioni di disegno, per poi proseguire lo studio della pittura al Politecnico di Atene fra il 1903 e il 1906.
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Giorgio de Chirico, Autoritratto con la madre
In seguito alla morte del padre nel 1905, la madre decide l’anno successivo di lasciare la Grecia con i due figli. Dopo brevi soste a Venezia e Milano, la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove Giorgio frequenta l’Accademia di Belle Arti e conosce le opere di due pittori che influenzeranno la sua prima produzione: Arnold Böcklin, la cui Isola dei Morti ispira alcune figure delle sue Piazze d’Italia, e Max Klinger, la cui serie dedicata ai guanti ritorna negli enigmatici oggetti delle composizioni metafisiche dechirichiane.
Nel 1909 Giorgio si trasferisce con la madre e il fratello a Firenze; qui inizia a dipingere quadri dove esprime il sentimento di malinconia delle soleggiate giornate autunnali nelle città italiane; nasce così nel 1910 il suo primo quadro metafisico, Enigma di un pomeriggio d’autunno, ispirato da una visione avuta in piazza Santa Croce.
![Georgius de Chirico se ipsum](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/Georgius-de-Chirico-se-ipsum.webp?resize=960%2C706&ssl=1)
Giorgio de Chirico, Georgius de Chirico se ipsum
Nel 1911 si trasferisce a Parigi, dove inizia a sviluppare il tema delle Piazze d’Italia, luoghi metafisici (‘al di là della fisica’) nei quali il tempo sembra sospeso e i grandi spazi sono segnati da lunghe ombre nere tipiche del tardo pomeriggio, che contrastano con luce intensa e immobile tipica del mezzogiorno; le piazze sono luoghi di assenza, dove i pochi personaggi, quando presenti, sono figure immobili sopraffatte dalle imponenti architetture che le circondano: portici e castelli, ciminiere e torri, mura di cinta che ostruiscono la visuale, oltre le quali si intravedono vele o treni a vapore, un ricordo della professione del padre.
Dal 1912 inizia ad esporre nei saloni parigini, dove le sue opere sono notate da Pablo Picasso e dal poeta Guillaume Apollinaire, il quale recensisce entusiasticamente una delle sue mostre nel periodico «L’Intransigeant», dando inizio ad un rapporto di amicizia e stima reciproca. Tramite Apollinaire, de Chirico entra in contatto con il suo primo mercante Paul Guillaume e con altri artisti attivi a Parigi. Nel 1915, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i fratelli de Chirico rientrano in Italia per prestare il servizio militare. Vengono trasferiti a Ferrara, dove Giorgio inizia a dipingere i primi Interni metafisici e i primi Manichini. Negli Interni metafisici, oggetti incongruenti ed enigmatici sono raccolti in stanze chiuse dalla prospettiva distorta, a evocare un senso di attesa, mistero e indecifrabilità del reale; nella serie dei Manichini, figure immobili in ambienti aperti come le Piazze o chiusi come gli Interni metafisici hanno un aspetto umano ma allo stesso tempo mostruoso perché sono composte da un assemblaggio di parti, non hanno volto e sono privi di movimento e vita.
![Giorgio De Chirico, Facitori di trofei; La famiglia del pittore](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/20241205_183041.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
A sinistra: Giorgio de Chirico, Facitori di trofei. A destra: Giorgio de Chirico, La famiglia del pittore
Nel 1917 Giorgio trascorre un periodo di convalescenza presso l’ospedale militare per malattie nervose; qui incontra il pittore Carlo Carrà, che inizia a dipingere interni metafisici e con il quale stabilisce una profonda amicizia, destinata però a interrompersi pochi anni dopo quando Carrà pubblica il testo Pittura metafisica senza citare in alcun luogo de Chirico. Nel 1919, terminato il servizio militare, Giorgio si trasferisce a Roma; negli anni seguenti si dedica allo studio dei maestri italiani del Rinascimento, di cui esegue diverse copie durante le sue visite nei musei di Roma e Firenze.
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A sinistra: Giorgio de Chirico, Testa di San Giovanni. A destra: Giorgio de Chirico, Ritratto di signora
Nel 1921 inizia un rapporto epistolare con André Breton, poeta e critico francese poi fondatore del movimento del Surrealismo, e con il poeta Paul Éluard, fra i maggiori esponenti del movimento surrealista, e sua moglie Gala. Breton e gli Éluard diventano i primi sostenitori di de Chirico e acquistano numerose opere della sua produzione metafisica degli anni ’10 e ’20, eleggendolo a padre spirituale del Surrealismo.
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André Breton, Manifesto del Surrealismo
Trasferitosi a Parigi nel 1925, de Chirico dà avvio ad una fase di ricerca sulla classicità e il mito mediterraneo, sviluppando nuovi temi come gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Gladiatori. I Surrealisti criticano aspramente la sua svolta classicista e iniziano una campagna denigratoria contro la sua produzione più recente che porta alla definitiva rottura dei rapporti già dal 1926.
![Giorgio De Chirico, Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux); Chevaux au bord de la mer](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/20241205_182620.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
A sinistra: Giorgio de Chirico, Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux). A destra: Giorgio de Chirico, Chevaux au bord de la mer
Fra il 1936 e il 1938 de Chirico si stabilisce a New York, dove collabora con alcune riviste, cura l’allestimento di vetrine e negozi, e organizza mostre personali. Dopo un nuovo soggiorno a Parigi, torna in Italia nel 1940, stabilendosi definitivamente a Roma nel 1944; risalgono a questo periodo le prime sculture in terracotta dipinta che ripropongono i personaggi dei suoi quadri, e l’avvio del suo periodo barocco, caratterizzato da composizioni dipinte con un colore ricco e pastoso. Dagli anni ’50 e fino a tutti gli anni ’70 replica le sue opere degli anni Dieci, Venti e Trenta, reinterpretando con colori accesi e atmosfere più serene soggetti come i Manichini, gli Archeologi, i Gladiatori, le Piazze d’Italia e gli Interni metafisici. Nel 1973 realizza la Fontana dei Bagni misteriosi per la XV Triennale di Milano nel parco Sempione. Si spegne a Roma nel 1978 all’età di 90 anni.
![Giorgio De Chirico, Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino); Arance - Villa romana; Natura morta con cocomeri e corazza](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/20241205_181447.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
Giorgio De Chirico, a sinistra: Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino). Al centro: Arance – Villa romana. A destra: Natura morta con cocomeri e corazza
Il percorso della mostra
In occasione del centenario della pubblicazione del Manifesto del Surrealismo da parte del poeta e critico francese André Breton, la mostra ricostruisce il percorso artistico di de Chirico negli anni fra 1921 e 1928, dimostrando tramite dipinti, fotografie d’epoca, lettere e cartoline scambiate con Breton e gli Éluard l’influenza del pittore sulla nascita del movimento surrealista.
![mostra de chirico, galleria fotografica sala I](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/Galleria-fotografica-Sala-I.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
Man Ray e Lee Miller, ritratti fotografici di esponenti del Surrealismo
L’esposizione si apre con una ventina di fotografie scattate da Man Ray e Lee Miller ad artisti, poeti e scrittori surrealisti. Il movimento viene fondato da Breton nel 1924, ma già dal 1916 il critico scopre la pittura metafisica di de Chirico a Parigi tramite il poeta Guillaume Apollinaire; Breton, così come gli altri artisti surrealisti, è attratto dal carattere onirico dei quadri di de Chirico, dal suo uso incongruo della prospettiva e della luce, dall’accostamento irrazionale di oggetti comuni e fantastici collocati in ambienti insoliti, pervasi da un senso enigmatico di inquietante isolamento, dove tempo e spazio sembrano sospesi, caratteristiche considerate espressione ideale della fantasia e delle visioni generate dal subconscio. Breton e de Chirico iniziano un rapporto epistolare alla fine del 1921 dal quale emerge come il critico francese dia un fondamentale aiuto al pittore per l’esposizione e la vendita dei suoi quadri a Parigi; i due si incontrano di persona alla fine del 1924, poco dopo la pubblicazione del Manifesto. Inizialmente sostenuto dal gruppo surrealista, che acquista molte opere degli anni Dieci e del periodo metafisico, dopo la sua svolta classicista de Chirico viene accusato dai Surrealisti di rinunciare alla modernità per rifugiarsi in un ritorno all’antico. La frattura è definitiva già dal 1926.
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A sinistra: Giorgio de Chirico, Thèbes. A destra: Giorgio de Chirico, La mia camera nell’Olimpo
Lo studio da parte di de Chirico dell’arte del passato costituisce in realtà un’evoluzione naturale del suo percorso artistico. L’antichità, l’architettura e le storie della mitologia greca sono una parte fondamentale dell’esperienza personale di de Chirico, nato e cresciuto in Grecia dove vive fino all’età di 18 anni. Già i suoi quadri metafisici sono ricchi di riferimenti all’antichità, con statue di divinità greco-romane, architetture rinascimentali che a loro volta si rifanno a quelle classiche, un continuo richiamo alla luce del Mediterraneo, nell’intento di riproporre il mito arcaico nell’epoca moderna. Lo studio attento delle tecniche e delle opere degli autori del passato, soprattutto del Rinascimento, è per de Chirico un passaggio indispensabile per comprendere le origini e l’evoluzione dell’arte. Sono quindi esposti dipinti risalenti agli anni 1921-1925 che riprendono statue classiche viste a Roma e Firenze, paesaggi e sfondi che si rifanno alle atmosfere leonardesche, ritratti e autoritratti che richiamano la maniera compositiva dei maestri italiani del Quattrocento.
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Giorgio de Chirico, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco) © Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Una sezione speciale espone una serie di disegni che de Chirico realizza nel 1922 per illustrare il romanzo Siepe a Nordovest dell’amico poeta, drammaturgo e romanziere Massimo Bontempelli, che sviluppa uno stile letterario ispirato dall’irrazionalità e dall’apparente casualità del sogno; queste opere su carta raffigurano scene di ambientazione cavalleresca pervase da un’atmosfera fiabesca.
![Giorgio De Chirico, Scena dell’amaca; Entrata della zingara](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/20241205_181725.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
A sinistra: Giorgio de Chirico, Scena dell’amaca. A destra: Giorgio de Chirico, Entrata della zingara
De Chirico si trasferisce a Parigi nel 1925, attirato dal dinamismo della capitale francese, dove si trovano i suoi principali acquirenti, i colleghi artisti già incontrati durante il suo primo soggiorno degli anni ’10, e i suoi sostenitori del gruppo surrealista. Inizia a sviluppare nuovi temi come gli Archeologi, figure composte da assemblaggi di oggetti giustapposti; i Trofei, totem celebrativi composti da elementi che legano passato e presente; gli Interni, stanze stipate di elementi inaspettati come rocce, frammenti di colonne, arredi, porzioni di templi classici; i Cavalli sulla spiaggia, coppie equestri analoghe a quelle degli Archeologi, che galoppano compiendo il loro viaggio metafisico; i Gladiatori, monito sulla brutalità dell’uomo.
![Giorgio De Chirico, Gli Argonauti; Cavalli antichi; Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux)](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/20241205_182606.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
Giorgio De Chirico, a sinistra: Gli Argonauti. Al centro: Cavalli antichi. A destra: Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux)
La ricostruzione della relazione fra de Chirico e i Surrealisti è completata dalle numerose lettere e cartoline esposte, scambiate con Breton e con i coniugi Éluard negli anni 1921-1925, cioè dai primi anni caratterizzati dal sostegno al pittore tramite collaborazioni professionali, committenze e amicizia personale, fino all’inasprimento e definitiva rottura di ogni rapporto.
![giorgio de chirico, lettere](https://i0.wp.com/www.cuorivagabondi.com/wp-content/uploads/2024/12/Lettere-copy.webp?resize=960%2C720&ssl=1)
Lettere fra Giorgio de Chirico e André Breton, Paul e Gala Éluard
Per un approfondimento sulla collezione permanente del Museo di Arti Decorative, leggete il nostro articolo: Torino – Fondazione Accorsi-Ometto
Come arrivare
La fondazione Accorsi-Ometto si trova in via Po 55, a pochi passi da piazza Vittorio Veneto.
Con i mezzi pubblici: tram 13 e 15, autobus 55, 56 e 61, fermata Sant’Ottavio
In auto: parcheggio “Vittorio Park” in piazza Vittorio Veneto, a poche decine di metri dalla Fondazione
Dove mangiare
Per la pausa pranzo, consigliamo il ristorante Raviolhouse, specializzato in ravioli da condire a propria scelta, o Poormanger, dove gustare delle ottime patate ripiene.
Per una sosta dolce, consigliamo Sweet Lab, con un’ampia selezione di cupcake, cookies e altri dolci anglosassoni.
Collegamenti utili
GTT (Gruppo Torinese Trasporti)
Parcheggio “Vittorio Park”