Torino – Fondazione Accorsi-Ometto

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Visita alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino, sede del Museo di Arti Decorative. L’ingresso al museo è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta.

I fondatori

Pietro Accorsi (Torino 1891 – 1982), nato in una modestissima famiglia torinese (il padre era portinaio e la madre sarta), mostra presto spiccate doti di mercante, fin da quando, ancora ragazzo, si aggira per i negozi di robivecchi alla ricerca di oggetti da rivendere; da autodidatta, diventa il primo mercante d’arte di Torino, grazie anche all’amicizia, nata nel 1925 in occasione di un consulto per la vendita di alcune maioliche, con il principe Umberto di Savoia, che lo introduce presso le dimore più esclusive d’Italia e ne diventa socio d’affari occulto. 

A vent’anni, già ricco, affitta un appartamento al primo piano del palazzo di via Po 55, dove aveva vissuto con i genitori dal 1901 nella portineria dello stabile. Nel 1956 Accorsi riesce ad acquistare l’intero palazzo e adibire il piano nobile ad abitazione e galleria d’arte.

Grazie alla sua determinazione tenace, a un occhio eccezionale e alla fitta rete di rapporti che instaura, Accorsi si afferma come uno dei principali antiquari dell’epoca, punto di riferimento per il collezionismo e le arti decorative del Settecento, stimato esperto consultato da istituzioni pubbliche e da privati. È per opera sua che il Ritratto di uomo di Antonello da Messina, ora conservato presso Palazzo Madama, giunge nelle collezioni civiche torinesi.

Nel 1975 l’antiquario crea la Fondazione Pietro Accorsi, un progetto a cui lavora da tempo; per sua volontà testamentaria, nel 1999 viene inaugurato nel palazzo di via Po il Museo di Arti Decorative, costituito dalla collezione personale di mobili e arredi settecenteschi di Accorsi, dalle opere acquisite negli anni dalla Fondazione, e dalla collezione privata di Giulio Ometto.

Nato a Legnago (Verona) nel 1942, Giulio Ometto si trasferisce bambino a Bra (Cuneo) con la famiglia; nonostante una formazione scolastica e universitaria tecnica, Ometto coltiva l’interesse e la passione per l’arte trascorrendo intere giornate tra mostre e musei. Proprio in occasione di una mostra, incontra Pietro Accorsi a Torino nel 1963, dando inizio a una collaborazione professionale e a un’amicizia durate fino alla scomparsa dell’antiquario. 

È Presidente della Fondazione Accorsi fin dalla sua istituzione, e lavora da subito, secondo le disposizioni testamentarie di Accorsi, al restauro del palazzo di via Po e all’allestimento del Museo di Arti Decorative, che apre le sue porte al pubblico nel 1999. Sotto la direzione di Ometto, vengono organizzate mostre e acquisite opere per la Fondazione. Alla sua scomparsa nel 2019, Giulio Ometto lascia la sua collezione personale al Museo.

Palazzo Accorsi

Nel 1616, alla fine dell’attuale via Po, i Padri Antoniani danno vita a un grande complesso costituito da un palazzo e una chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate. Alla metà del ‘700 commissionano all’architetto torinese Bernardo Vittone il progetto di ammodernamento della chiesa. A seguito della soppressione dell’Ordine degli Antoniani nel 1776, chiesa e palazzo vengono affidati all’Opera della Mendicità Istruita, istituzione nata nel 1740 con lo scopo di soccorrere ed istruire i mendicanti della città di Torino. Tra il 1778 e il 1780 il complesso è trasformato in caserma delle Guardie del Corpo del Re. Con le soppressioni napoleoniche, l’Opera abbandona il complesso, che va incontro ad un’inevitabile decadenza.

Nel corso dell’Ottocento, la proprietà passa all’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. Nel 1826 la chiesa risulta già non più esistente, e le opere in essa contenute sono disperse. Oggi sono pochi i resti ancora visibili delle costruzioni antiche. Nel 1956 l’intero palazzo è acquistato da Pietro Accorsi per ospitare la sua collezione d’arte.

Il percorso di visita

Cortile ingresso Fondazione Accorsi-Ometto

Cortile ingresso Fondazione Accorsi

L’ingresso al palazzo avviene dal cortile d’onore, da cui si gode di un’insolita prospettiva sulla Mole Antonelliana; la biglietteria, che ospita anche un piccolo bookshop, si trova sulla destra; i servizi sono al piano terra, per usufruirne occorre chiedere la chiave in biglietteria; non sono presenti altri servizi nelle sale.

Il percorso espositivo si sviluppa interamente al piano nobile, con accesso tramite lo scalone monumentale, dal portico nel cortile. Al termine delle scale è disponibile un guardaroba con armadietti self-service, presso cui è obbligatorio depositare borse, zaini e oggetti voluminosi.

La visita si svolge lungo 23 sale che espongono oltre tremila pezzi fra quadri, arredi, arazzi, ceramiche, porcellane, tessuti, suppellettili, in una ricostruzione ideale di una dimora nobiliare settecentesca: le camere da letto, i salotti, la sala da pranzo, la sala della musica. Famoso e imperdibile è il cosiddetto “mobile più bello del mondo”, un doppio corpo del celebre ebanista Pietro Piffetti, capolavoro in legno con intarsi in tartaruga e avorio e decorazioni in bronzo dorato realizzato nel 1738.

Salone Piffetti Fondazione Accorsi-Ometto

Salone Piffetti

Una serie di sale è dedicata all’esposizione di oggetti da collezione (porcellane, cristalli, argenteria, bomboniere, suppellettili); è esposta inoltre una piccola raccolta di quadri e sculture quattrocenteschi. Uno degli ambienti più suggestivi è la cucina, che raccoglie oltre trecento attrezzi in rame.

Sala veneziana Fondazione Accorsi-Ometto

Sala veneziana

Le prime 3 sale del percorso di visita sono prive di arredi, poiché spesso utilizzate per le piccole ma interessanti esposizioni temporanee.

Cucina

Cucina

Come arrivare

La fondazione Accorsi-Ometto si trova in via Po 55, a pochi passi da piazza Vittorio Veneto.

Con i mezzi pubblici: tram 13 e 15, autobus 55, 56 e 61, fermata Sant’Ottavio

In auto: parcheggio “Vittorio Park” in piazza Vittorio Veneto, a poche decine di metri

Dove mangiare

Per una pausa pranzo diversa dal solito, consigliamo il ristorante Poormanger, edizione italiana delle celebri jacket potatoes inglesi.

Per una pausa dolce, una colazione o un brunch, suggeriamo invece Sweet Lab, pasticceria con laboratorio specializzata in pancake, cupcake, e altri dolcetti tipici della tradizione inglese.


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