Rinascimento privato fondazione Accorsi-Ometto-Torino
Mostre

Mostra “Rinascimento privato”

Torino – Fondazione Accorsi-Ometto

È stata prorogata fino al 26 febbraio 2023 la mostra “Rinascimento privato. Da Spanzotti a Defendente Ferrari nelle collezioni piemontesi” presso la Fondazione Accorsi-Ometto Museo di Arti Decorative di Torino. L’ingresso è incluso nell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Mostra Rinascimento privato - Fondazione Accorsi-Ometto

Mostra “Rinascimento privato” – Fondazione Accorsi-Ometto

La mostra

Attraverso una trentina di opere provenienti esclusivamente da collezioni private, la mostra racconta l’evoluzione della pittura in Piemonte fra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento. Il Rinascimento piemontese si configura come uno di quei tanti “rinascimenti” locali, alternativi alle più note, studiate e documentate correnti artistiche del centro Italia che costituiscono l’ideale rinascimentale nella percezione collettiva. Il Piemonte, o meglio i territori suddivisi nel XV e XVI secolo fra Ducato di Savoia, Marchesato di Saluzzo, Marchesato del Monferrato e Ducato di Milano, si trova geograficamente al margine delle avanguardie artistiche, ma conosce una sua evoluzione stilistica peculiare con influenze che arrivano, a seconda delle personalità artistiche, dalla Francia (Antoine de Lonhy), dalla Lombardia (Gaudenzio Ferrari), dalle Fiandre (Pietro Grammorseo), dal Mediterraneo per il tramite della Liguria (Giovanni Canavesio), da Napoli (Andrea de Aste). Diversi pittori, come Giovanni Martino Spanzotti e Gerolamo Giovenone, conoscono gli esiti più moderni della pittura di Firenze e Roma, ed è grazie a loro, con le copie di composizioni raffaellesche e l’utilizzo di cartoni di opere toscane e romane, che le nuove tendenze si diffondono anche nel territorio piemontese.

Oddone Pascale-Santi Costanzo e Martino-Santi Chiaffredo e Defendente_

Oddone Pascale, Santi Costanzo e Martino con donatore – Santi Chiaffredo e Defendente con donatore

In seguito alle soppressioni degli ordini religiosi volute prima in epoca napoleonica e poi dal governo sabaudo, molti polittici e pale che ornavano gli altari delle chiese, dei monasteri e delle cappelle vengono restituiti alle famiglie proprietarie, oppure smembrati per facilitare la vendita dei singoli pannelli sul mercato antiquario. È in questo momento che nasce l’interesse collezionistico di studiosi e appassionati per i cosiddetti pittori “primitivi”, cioè precedenti alla rivoluzione stilistica in senso classicistico di Raffaello; questo interesse, oltre ad essere sostenuto da una serie di pionieristiche ricerche dei primi studiosi ottocenteschi, si inserisce nel più generale desiderio, tipico del XIX secolo, di recupero delle origini e delle tradizioni locali. Il collezionismo diventa così “privato”, e, nonostante le inevitabili perdite e la difficoltà a ricostruire la composizione, la provenienza e i destini di queste macchine d’altare, ha tuttavia il merito di preservare opere che altrimenti sarebbero andate disperse.

Giovanni Canavesio Santo Vescovo - Gerolamo Giovenone Sant Agostino

Giovanni Canavesio, Santo Vescovo – Gerolamo Giovenone, Sant’Agostino

Un ruolo importante nella circolazione delle opere così recuperate è svolto da Pietro Accorsi, che si occupa personalmente della compravendita di molti pezzi sia fra privati che a favore di istituzioni pubbliche; particolarmente proficuo è il rapporto con il Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama, nel quale confluiscono diversi capolavori del Rinascimento piemontese grazie alla stretta collaborazione dell’antiquario con il direttore Vittorio Viale. La mostra presenta, in sei sezioni, una selezione di opere prevalentemente di soggetto religioso, che documentano le modalità di rappresentazione di santi, committenti, scene bibliche, Madonne in trono; ipotesi e proposte di ricostruzione di polittici smembrati; una piccola selezione di arredi, con due frontoni di cassoni nuziali, uno dei quali con l’unica opera di argomento profano in esposizione. Un’ampia sezione è dedicata alle opere del chivassese Defendente Ferrari.

Gerolamo Giovenone, Madonna con Bambino

Gerolamo Giovenone, Madonna con Bambino

Qui trovate il nostro articolo sulla collezione permanente della Fondazione Accorsi-Ometto.

Informazioni sulla mostra

Come arrivare

La fondazione Accorsi-Ometto si trova in via Po 55, a pochi passi da piazza Vittorio Veneto.

Con i mezzi pubblici: tram 13 e 15, autobus 55, 56 e 61, fermata Sant’Ottavio In auto: parcheggio “Vittorio Park” in piazza Vittorio Veneto, a poche decine di metri.

Collegamenti utili

Fondazione Accorsi-Ometto

GTT (Gruppo Torinese Trasporti)

Parcheggio “Vittorio Park”